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GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Relazione sul Convegno: “L'Amore non fa male” organizzato dal Comune di Zagarolo per le scuole del territorio, in associazione al contest “Toponomastica 2022” (A cura di: Beatrice Borzi, 3D scuola secondaria di primo grado) Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stata istituita dall’ ONU nel 1999 in ricordo della morte di tre sorelle violentate e assassinate il 25 novembre del 1960. Nel lontano 1960 nella Repubblica domenicana le tre sorelle Mirabal, che stavano andando a far visita ai loro mariti in prigione, vennero rapite da agenti del servizio di informazione, portate in un luogo nascosto, stuprate, massacrate, colpite con dei bastoni, strangolate, infine buttate in un precipizio a bordo della loro auto per far credere un incidente. Proprio questo 25 novembre, per non dimenticare, è stato organizzato un incontro a Palazzo Rospigliosi, erano presenti la sindaca di Zagarolo, Emanuela Panzironi, la Croce Rossa e il Consultorio di Zagarolo.p Questo incontro è stato istituito per sensibilizzare e far conoscere l’ argomento ed anche per trovare nomi di donne che hanno segnato la storia per nominare le nuove strade. Dall’ inizio dell’ anno sono state uccise 104 donne, 88 in famiglia, morte a causa di compagni, mariti o ex partner. Forse si può pensare che la violenza contro le donne sia soltanto lo stupro, ma non è cosi. Quello è un reato molto grave ma non è l’ unica forma di violenza. La violenza contro le donne include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali e verbali; compiute da un uomo verso una donna, e nelle situazioni più estreme si trasforma in un femminicidio. COSA FARE QUINDI Prevenzione e coraggio: Quando notiamo che un ragazzo o un uomo che abbiamo conosciuto, nella coppia, in famiglia o in altri contesti non ci fa stare bene o non ci rispetta, si deve subito agire per evitare brutte conseguenze. Quando si subiscono violenze di ogni tipo bisogna subito allontanarsi da quella persona, un uomo che usa qualsiasi forma di violenza su una donna non la ama. Se la questione si fa seria bisogna rivolgersi ad un centro antiviolenza. Durante questo incontro abbiamo visto un video che testimoniava un amore violento, abbiamo sentito una storia locale, di una ragazza diventata madre della sua prima bambina, di un ragazzo, che è scomparso dopo la sua nascita, mentre il suo secondogenito, è nato da un fidanzamento privo di vero amore e pieno di cattiverie; la ragazza è stata violentata e picchiata durante questa relazione. In queste situazioni serve sostegno da un amico ed anche un aiuto legale, denunciare ai carabinieri in caso di aggressione fisica, minaccia o violenza psicologica. Invece se si subisce lo stalking bisogna rivolgersi al 1522 servizio attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Per gli uomini che si pentono delle loro azioni in Italia, a Firenze, c’è un centro di ascolto per uomini violenti dove viene intrapreso un percorso di cambiamento per accompagnarli alla consapevolezza della gravità proprie azioni e comportamenti. Le donne non sono inferiori al genere maschile. Alcune di queste hanno segnato la Storia: Rita Levi Montalcini, Ilaria Alpi, Lea Garofalo e Felicia Impastato. RITA LEVI MONTALCINI: nata da Adamo Levi e Adele Montalcini nel 1909 a Torino. Grazie alle sue ricerche, approfondì il fattore di accrescimento della fibra nervosa e per questo nel 1986 prese il premio Nobel per la medicina; è stata la prima donna ad essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 2001 venne nominata senatrice a vita dal presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi per aver illustrato l’ Italia con altissimi meriti in ambito scientifico e sociale. Morì nel 2012 a Roma all’ età di 103 anni. ILARIA ALPI: donna Italiana nata da Giorgio Alpi e Luciana Alpi nel 1961 a Roma. Era una giornalista e fotoreporter assassinata a Mogadiscio, in Somalia, dove lavorava come inviata per il TG3: stava facendo un’ inchiesta su un traffico di armi e rifiuti tossici in cui era coinvolta l’ Italia. Stava tornando in albergo, quando all’ incrocio tra corso Somalia e via Alto Giuma la sua auto venne fermata e un commando aprì il fuoco uccidendola il 20 marzo 1994. LEA GAROFALO: nata da Antonio Garofalo e Santina Miletta nel 1974 in provincia di Crotone. Lea cresce in una famiglia ‘ndranghetista, in cui la nonna le insegna che “il sangue si lava con il sangue”. Si innamora appena tredicenne di Carlo Cosco, più grande di lei di quattro anni, si trasferisce a Milano per seguirlo e l’ ambiente che trova non è diverso da quello che si è lasciata alle spalle; Carlo gestisce insieme ai fratelli traffici di droga commissionati dalla famiglia Garofalo. Lea a 17 anni rimane incinta; nasce Denise. Carlo viene arrestato nel 1996, nel corso dell’operazione “Storia infinita”. Lea, durante una visita al compagno in carcere, gli comunica l’intenzione di andarsene da casa e Carlo la aggredisce con una violenza tale che devono intervenire le guardie penitenziarie. Lea e Denise si trasferiscono a Bergamo e per i primi tempi sembra andare tutto bene. Ma poi nel 2002 il fratello le brucia l’ auto, successivamente l’aggredisce, perché non accetta la sua scelta di non tornare a casa. Lea decide quindi di rivolgersi ai Carabinieri, diventando una testimone di giustizia. Nel giugno 2005 muore il fratello di Lea, nel 2010 Carlo Cosco e i suoi fratelli vengono arrestati. Grazie al suo coraggio puniscono alcuni uomini appartenenti alla mafia che facevano traffici illegali. FELICIA IMPASTATO: Felicia Bartolotta nacque a Cinisi il 24 maggio 1916. Nel 1947 si sposò con Luigi Impastato, uomo legato alla mafia. Dal matrimonio nacquero tre figli: nel 1948 Giuseppe, nel 1949 Giovanni, morto di meningite nel 1952 a soli 3 anni, e nel 1953 il terzo figlio, chiamato anch'esso Giovanni. Il loro primo figlio lottò per molto contro la mafia e per questo dopo la morte del padre venne ucciso dal capomafia del tempo nel 1978. Si ipotizzò un suicidio e il caso fu archiviato. Felicia ruppe pubblicamente i rapporti con i parenti legati alla mafia e, con l'aiuto del figlio Giovanni e della nuora, consapevole delle reali circostanze in cui era morto il figlio, si rese protagonista di una intensa attività per fare in modo che la giustizia scoprisse la verità e punisse i responsabili. Vennero poi condannati i colpevoli. Morì nella sua città d'origine il 7 dicembre 2004, all'età di 88 anni. ANNALENA TONELLI: è nata in Italia a Forlì il 2 Aprile 1943. Ha lavorato in sanità per trent'anni, ma non è mai diventata medico. Ha conseguito certificati e diplomi di controllo della tubercolosi in Kenya, di Medicina Tropicale e Comunitaria in Inghilterra, di Leprologia in Spagna. Lasciò l'Italia a gennaio del 1969. Per vivere a servizio dei Somali. Scelse di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati. Fece una scelta di povertà radicale ... anche se povera come un vero povero: “Vivo a servizio senza un nome, senza la sicurezza di un ordine religioso, senza appartenere a nessuna organizzazione, senza uno stipendio, senza versamento di contributi volontari per quando sarò vecchia”. Non si sposò perché così scelse nella gioia quando era giovane. Voleva essere tutta per DIO. E’ sera. Annalena assieme a due infermieri che lavorano presso un ospedale di Borama stava compiendo l’ultimo giro di visita dei malati per quella giornata. Alcuni pazienti nomadi sono accampati in tende. Annalena si fermo’ a parlare con uno di loro: le medicine da prendere, i mesi che dovevano restare ancora al centro per scongiurare una ricaduta della tubercolosi. I due infermieri discutevano più avanti ad una decina di metri, guardando altrove. Sentirono uno sparo. Intuirono che qualcuno stava scappando nel buio, ma non vid nessuno. I pazienti della tenda dichiareranno poi di aver visto due persone in fuga. Annalena non riprese mai più conoscenza. EMANUELA LOI: Nacque a Cagliari nell'ottobre 1967, era residente a Sestu. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, entrò nella Polizia di Stato nel 1989. Fu trasferita a Palermo due anni dopo. Emanuela si stabilì presso il complesso delle Tre Torri in Viale del Fante destinato a poliziotti e carabinieri fuori sede. Nel giugno del 1992 venne affidata al magistrato Paolo Borsellino. Emanuela non aveva paura del nuovo incarico ricevuto, tanto da rassicurare i genitori, dopo la strage di Capaci, che non le sarebbe successo niente. Agente della scorta del magistrato Paolo Borsellino, morì nella Strage di via D'Amelio a Palermo. Da anni sua sorella Maria Claudia tiene vivo il suo ricordo nelle scuole, anche grazie all'associazione contro le mafie Libera. È stata sepolta nel cimitero di Sestu. A queste donne, scelte dalle classi terze della scuola secondaria di primo grado che hanno partecipato al Contest: “Toponomastica 2022” saranno dedicate 6 strade del Comune di Zagarolo. Oggi, rispetto al passato, fortunatamente, si sensibilizza maggiormente l’ opinione pubblica, e con la presa di coscienza della questione ci si augura che in futuro possano migliorare i rapporti tra uomo e donna. Ecco perché serve una rivoluzione di cultura che cambi la mentalità patriarcale e affermi il rispetto delle donne.

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